Con l’affermarsi del patriarcato la danza viene spostata nel contesto laico venendo così richiesta in feste, banchetti, celebrazioni (rimanendo dunque centro di cerimonie importanti), come danza ufficiale presso i Re e ancora come danza popolare e civile eseguita nelle case o nei palazzi. Nel periodo del Medioevo, donne di particolare bellezza venivano comprate al mercato degli schiavi, portate nei palazzi e istruite in vari campi per poi poter intrattenere i padroni. Gli esperti insegnavano loro a cantare, suonare strumenti, danzare, recitare poesie, conoscere medicina, astronomia e altre scienze. Danzavano e cantavano nelle feste organizzate dai loro padroni per poi ritirarsi negli harem dove agli uomini non era permesso entrare: harem significa infatti “proibito” ed erano gli appartamenti riservati alle donne. All'interno di esso venivano condivise le gioie della danza con le altre donne. Si resero competitive in tutti i campi per poter progredire socialmente e contribuirono così al mantenimento e all’ evoluzione della danza orientale. A partire dalla fine del ’700 in Egitto con l’insediamento delle truppe di Napoleone arrivarono anche numerosi viaggiatori europei che lasciarono vari documenti scritti, se pur non del tutto attendibili a causa della loro scarsa conoscenza delle tradizioni e della cultura di questo paese. In questi testi ci vengono descritte due figure diverse di danzatrici, anche se spesso confuse tra di loro: le almee (letteralmente significa saggia) e le ghawazy (tradotto con il termine di zingara). Le prime erano artiste complete, che si esibivano quasi esclusivamente per le donne cantando, suonando, recitando e danzando. Avevano sicuramente uno stile più raffinato, mentre le gawazy si suppone fossero appartenenti ad un popolo nomade, di bassa estrazione sociale e si esibivano per le strade, nelle feste, davanti ad un pubblico anche maschile.

Si presume che fu proprio il popolo ghawazee a tramandare la tradizione della danza Egiziana. Non si conosce comunque la provenienza di questo popolo nomade, certo è che oggi si considerano le vere discendenti della danza orientale. Per quanto riguarda la Turchia, invece, in epoca ottomana facciamo la conoscenza delle danzatrici zingare cengi, anch’esse considerate nomadi e dalle origini misteriose.Agli inizi del ‘900 si comincia a far conoscere la danza egiziana, attraverso apparizioni in contesti internazionali, affascinando e suscitando stupore e curiosità così da essere imitata e introdotta nei paesi occidentali in breve tempo. Anche il cinema hollywoodiano ebbe un notevole ruolo nella sua diffusione, tanto da "rilanciare" questa danza intorno agli anni ’40/’50. Furono gli europei a dargli il nome di danza del ventre. Al Cairo, presero vita luoghi di ritrovo per europei dove la danza divenne un intrattenimento molto richiesto e alcune danzatrici trovarono nuove opportunità di lavoro. Le almee tradizionali continuarono ad esibirsi in case private, per un pubblico prettamente femminile, dove continuavano a dimostrare la loro completezza. Il loro ruolo perse importanza quando, a partire dagli anni ’30, notevoli trasformazioni culturali e artistiche, soprattutto nuovi generi musicali ispirati all’occidente si diffusero sempre più con un nuovo mezzo, la radio, rendendo superflua la presenza degli artisti e creando nuove fusioni musicali adottando anche strumenti occidentali.

Il centro culturale e creativo si sviluppò nella famosa via Muhammad Alì dove si concentrò un maggiore numero di locali, spettacoli, di artisti e danzatrici. Nel 1930 con l’apertura del primo ”Casino Badia” aperto al Cairo da Badia Masabny, una ballerina di origine siriana, creò un nuovo tipo di danzatrice, diversa dalla almea e dalla gaziyah. Fu il primo locale in stile europeo dove si esibirono poi numerose ballerine, alcune delle quali divennero famose. Nacquero numerose sale e cabaret dove le danzatrici potevano esibirsi e, con il nuovo carattere europeo della danza orientale, cambiarono totalmente il modo di esprimersi e il significato di questa danza: in poco tempo diventò “semplice” intrattenimento, talmente richiesto da far perdere importanza alla figura delle almee che, nonostante il loro dinamismo, non potevano competere con lo sviluppo delle conoscenze tecniche e artistiche delle “nuove” danzatrici professioniste, dal momento che per loro divenne necessario cercare nuovi stili e soprattutto delle coreografie per adeguarsi al nuovo spazio scenico e adattarsi ad un pubblico nuovo. Nacque così lo stile “sharqi” che univa la danza tradizionale egiziana alle varie danze occidentali, soprattutto alla danza classica.

 

                                                                                                                                                                                           Informazioni tratte da “Wikipedia”

 

 

 

 

Sono diversi i benefici che si possono trarre dalla pratica di questa disciplina, sia a livello fisico che spirituale ed emotivo.

 

            A livello fisico:

 

        Potenziamento della muscolatura

I movimenti della danza orientale potenziano la muscolatura, sciogliendola e rendendola più flessibile, poiché allentano la tensione muscolare. Rassodano la muscolatura dei piedi, dei polpacci e delle cosce, evitando i disturbi della circolazione, grazie all'intensa attività delle gambe e l'aderenza completa dei piedi a terra. I muscoli dell'addome, dei fianchi e dei glutei vengono sciolti e rinvigoriti. La vita si assottiglia, assumendo un aspetto morbido e femminile grazie ai numerosi movimenti rotatori, che donano beneficio anche alle parti interne dell'apparato femminile. Braccia, spalle e petto si irrobustiscono, grazie ai movimenti ampi delle braccia , sempre in movimento e in sospensione (ricordate che un buon uso delle braccia conferisce alla vostra figura grazia, armonia e completezza).


             Schiena e Portamento

Vengono potenziati i muscoli dorsali ed eliminati i disturbi della colonna vertebrale. Ritroverete una schiena più sciolta e meno incline a blocchi e dolori fisici se praticherete questa danza con costanza. Il portamento eretto, la base per ogni danza, favorisce il tono muscolare dei pettorali e contribuisce a sostenere il seno; grazie anche alla giusta posizione del petto in fuori, si elasticizza l'apertura della gabbia toracica e si facilita la respirazione, e l'ossigenazione del nostro organismo.

 

           In Gravidanza

Sono stati riscontrati dei benefici in gravidanza, grazie ai dolci movimenti rotatori del bacino. Infatti molti dei movimenti della danza orientale richiamano l'immagine degli esercizi preparatori al parto. Le donne che hanno praticato la danza orientale prima della gravidanza hanno maggiore percezione del proprio addome e sono quindi più pronte ad ogni cambiamento del proprio corpo. Le articolazioni del bacino più sciolte del normale, e i muscoli più flessibili rendono la gravidanza più piacevole e il parto meno doloroso.
Il benessere che ne segue viene trasmesso anche al bambino che vive con la madre la gioia della gravidanza.Si
consiglia comunque alle donne che intendono utilizzare la danza orientale come ginnastica pre-parto di consultare prima un medico e di eseguire i movimenti spiegati durante i corsi con maggiore delicatezza, evitando gli stacchi troppo energici con i fianchi e le anche. I movimenti lenti e rotatori del bacino sono i più indicati.

 

          A livello spirituale ed emotivo:

 

       Coscienza di sé e del proprio corpo, femminilità e autostima

Le donne che praticano la danza orientale riescono a concentrarsi su se stesse e sui propri movimenti, hanno maggiore consapevolezza del proprio corpo e acquisiscono quindi una maggiore fiducia in se stesse, poiché imparano ad accettarsi e a trovarsi attraenti: la danza conferisce loro femminilità e portamento al corpo.

Ne conseguono emozioni positive che portano ad uno stato di felicità e a sentimenti salutari come serenità, gioia, senso di fiducia nelle proprie abilità. Tutte le donne possono praticare questo tipo di danza: è importante dire che non necessariamente chi si addentra nel fascino della danza orientale debba diventare per forza una grande ballerina. Il “gruppo” inoltre permette un naturale confronto sul femminile, offrendo un' area dove alcuni aspetti quotidianamente non svelati o non vissuti possono essere sperimentati, condivisi e rispecchiati reciprocamente. Ciò assume un valore fondamentale soprattutto in momenti critici dell'evoluzione del sé femminile, quali l'adolescenza, la gravidanza, la menopausa, ricchi di trasformazioni corporee che possono così essere esplorate, elaborate e accettate con più facilità.


  
Espressione delle emozioni

 Il principio sul quale si fonda la danza del ventre è quello di manifestare ciò che si prova, cioè dolcezza, rabbia, gioia, malinconia, sensualità, ecc. E' un momento psicologico molto importante, dove le emozioni trattenute vengono espresse. E’ una danza che favorisce l’iniziativa personale e la creatività, attraverso l’improvvisazione e l’espressione personale sia corporea che spirituale.

 

      Effetto rilassante

La danza dona un maggiore senso di tranquillità, scrollando tutte le negatività accumulate durante la vita di tutti i giorni. La musica è uno dei primi elementi che, accompagnando gli incontri di danza del ventre, amplifica le potenzialità terapeutiche di quest'ultima, essendo di per se stessa un elemento benefico e curativo. Benché sotto sforzo, ballando questa danza si avverte uno stato di rilassamento che permette di isolarsi dalle tensioni. esterne. La musica orientale ha ritmi sia distensivi, rilassanti, sensuali, lenti ed allo stesso tempo rallegranti, ritmici, energici, che attivano una risonanza sui nostri ritmi fisiologici ed entrano in sintonia con essi.

 

 

STORIA

 

La danza orientale ha origini antichissime, così antiche che ancor oggi vi sono parecchie dispute per stabilire in quale regione mediorientale sia nata. Questa danza, secondo la ricostruzione degli studiosi di antropologia,viene considerata come la più antica del mondo, la “madre di tutte le danze”. La danza orientale non nasce per essere uno spettacolo che allieta gli uomini, bensì come una danza per le donne che si ricollega ad antichi culti religiosi legati alla madre terra che celebravano la fertilità nelle antiche società matriarcali. Molte sono le storie che le vengono attribuite come ad esempio, dopo alcuni ritrovamenti archeologici, un’origine sacra collegata al culto della Dea-madre delle civiltà pre-urbane: Ishtar è la Dea babilonese che rappresenta il prototipo della grande Dea, simbolo di prosperità, fertilità, amore. Le sacerdotesse la onoravano con danze sacre entrando in relazione con i ritmi della natura e imitandola: molti movimenti ricordano infatti le onde del mare, la forma della luna, il serpente, il cammello e ancora l’atto sessuale e il parto; ma di certo si sa solo ciò che si è potuto studiare.